Poggiato sulla mensola della mia cameretta, proprio accanto all'ultimo cult, La lunga lotta, si trovava un misterioso libro nero dal titolo "We never went to the moon - Non siamo mai andati sulla luna". I ricordi adolescenziali mi hanno portato a un pomeriggio di dieci anni fa a casa di Falcone, dove tra un film osè e lo zucchero pagato per una tazza di tè freddo, vidi questo libro e me ne interessai, glielo chiesi in prestito con la promessa che lo avrei riconsegnato dopo pochi giorni.
E' passata una decadance, e lo scritto di Bill Kaysing è ancora in camera mia. Così in occasione del quarantennale dello sbarco sulla luna, lo scorso 20 Luglio, l'ho riletto con le intenzioni con le quali si vedono quelle puntate dei simpson che sappiamo a memoria, ma che ci danno gusto ogni volta che le rivediamo.
NON SIAMO MAI ANDATI SULLA LUNA, è un esempio di informazione controcorrente e dimostra come una realtà oramai accettata da tutti (e quindi non più messa in discussione) possa vacillare sotto l'apporto di prove documentate. E provocare la riapertura di un caso archiviato nelle nostre menti come quello relativo alle missioni verso il nostro satellite naturale. Tutta l'operazione Luna, secondo i documenti presentati nel libro, poggia su una serie di colonne portanti che l'autore, Bill Kaysing, comincia a togliere, una per una. E l'intero affare crolla, rivelandosi come una enorme manovra economica, un'operazione di immagine e di prestigio che sarebbe stata organizzata per fini diversi, ingannando milioni di persone nel mondo. E creando la consapevolezza che "...se gli americani sono potuti arrivare sulla Luna...allora possono fare qualsiasi cosa!"
L'ipotesi del complotto però è contrastata da due tesi principali: secondo le fonti ufficiali della NASA ben centomila persone hanno lavorato all'operazione dell'allunaggio. Pertanto, come sostiene anche Umberto Eco, sarebbe da considerare quasi impossibile zittire un numero così elevato di persone.
La seconda motivazione, e secondo me la principale e quella che ha più fondamenta, sta nel fato che nel periodo dello sbarco sulla Luna, c'era un altro Stato che aveva sonde e quant'altro nella Luna e nello spazio, sto parlando dell'Unione Sovietica. Con tutte le attrezzature, e soprattutto con il clima politico che si respirava in quegli anni, non ci avrebbero messo molto a smarcherare tutto, e per i sovietici sarebbe stato anche di un certo gradimento.
Nonostante ciò, l'autore presenta prove fotografiche, testimonianze dirette ed argomenti solidi che hanno trasformato l'ipotesi romanzesca del complotto in un avvincente dossier.
Per approfondimenti sono disposto a prestare un libro che per uso capione è diventato mio.