domenica 26 settembre 2010

Campionato di biglie






Ancora un doppio appuntamento nel weekend trascorso per il campionato di biglie 2010/2011.
Lascio subito spazio ai risultati:

Gara1 del 25/09/2010

1.Pacco
2.Cekketto
3.Valerio
4.Camillo
5.Savdini
6.Watusso

Gara2 del 26/09/2010

1.Valerio
2.Savdini
3.Cekketto
4.Bauletto

ClassiFICA
1. Cekketto 27 punti
2.Savdini e Valerio 16
4. Bauletto 15
5. Massimo 13
6. Pacco 10
7. Camillo 6


Recensione gara 25/09:

Tracciato da apprezzare anche dal punto di vista dell'impatto visivo oltre che per determinati punti notevoli dove sono state decise diverse posizioni.


Cresta: per un attimo sembrato in difficoltà, ha decisamente allungato tagliando per primo il traguardo e dimenticando quindi il brutto fine settimana precedente;

Cicchetto: sempre competitivo per tutta la gara, conquista un secondo posto importantissimo in ottica campionato;

Valerio: riesce a destreggiarsi bene anche su ostacoli a lui tradizionalmente indigesti e quindi a conquistare il podio;

Camillo: dalle retrovie trova nel finale lo spunto per acquisire i tre punti della quarta posizione;

Savdini: quinta posizione dovuta ad errori sulle gobbe e soprattutto al salto in curva, in cui nel finale ha buttato svariati tiri facendosi riprendere da Camillo;

Watusso: un sabato negativo per lui che si è palesato tale fin dal primo tiro e che lo ha visto sempre nelle retrovie.





Recensione gara 26/09 (Tirriponando s'impara):

pista con non troppe insidie a livello numerico ma molto belle da giocare

Valerio: finalmente una buona prestazione per lui che ha combattuto per la vittoria sin dall'inizio e ha compensato i suoi tipici errori al salto che per la verità sono stati pochi rispetto alla norma;

Savdini: a ruota di Valerio nel finale, tenta un salto difficile per conquistare la prima posizione, ma non riesce e chiude dunque secondo;

Cicchetto: anche quest'oggi, il dominatore delle classifica si conferma tale a dispetto di un terzo posto, guadagnato però con tecnica e padronanza delle insidie;

Bauletto: cede alle due ultime schiccherate il podio al Cicchetto che sfrutta un suo errore al salto finale

martedì 7 settembre 2010

Il peggior trentenne di Pescara e le donne


Carissimi amici, a Voi il primo capitolo del Manifesto dei peggiori trentenni di Pescara, che avete già letto l'altra sera alla mostra fotografica.
La foto in questione è la vincitrice della mostra, votata come la peggiore dei peggiori. Il suo titolo è "Uomo dopo una bottiglia di Rum" ed è stata scattata a Dublino dal Watusso. Il soggetto è il negro che dopo essersi bevuto una bottiglia di Rum giaceva a terra beato.
Colgo l'occasione per ringraziare tutti i visitatori della mostra fotografica "I giovani e l'alcool" organizzata domenica sera a casa di Valerio.
A presto con il prossimo capitolo del Manifesto dei peggiori trentenni di Pescara.

Il peggior trentenne di Pescara e le donne
Il rapporto che il peggior trentenne di Pescara instaura con le donne è molto interessante da analizzare per la sua particolarità. In genere lui è single, ma non perché la donna ha su di lui il potere di riuscire a calmare il suo spirito animalesco, come accade dalla notte dei tempi tra uomo e donna, bensì perché lei, conoscendolo, attraversa diversi stadi ed il primo, che fa grossa selezione, è quello repulsivo. Vorrei ben vedere voi di fronte ad uno che ti si presenta urlandoti: IO SONO PAZZO!!!
Poche sono coloro che resistono alla repulsione del primo impatto, sintomo di una superficialità che non appartiene al peggior trentenne di Pescara. Lui, pur non volendo, si presenta in questo modo perché così è lui e rigetta chi alla sua età è fortemente standardizzato e canonizzato in una delle varie categorie giovanili: fighetti, fricchettoni, dark, snob, pop, corn.
Se una donna riesce a superare la prima fase di repulsione, che dura circa vendotto secondi, subito verrà sottoposta ad un test ancora più selettivo di repulsione. Infatti quando i peggiori trentenni di Pescara girano insieme, se uno di loro instaura un colloquio con un essere femminile, loro corrono in aiuto dell’amico in pericolo; con una rapidità fulminea si lanciano sulla ragazza urlandole:
- “Io sono suo amico! Io sono pazzo!”
- Se lei resiste si insiste: “Io e lui facciamo all’amore insieme, io uccido la gente, io ammazzo tutti questa sera qui!”
- E poi ancora: “Io ora vado in bagno, penso a te e mi faccio le seghe!”
- Fino a concludere con: “Io mi ficco le dita nel culo e poi le lecco davanti a lui che mi guarda e si fa le seghe!”
A questo punto la repulsione ha fatto il suo effetto provocando nella donna una fuga a gambe levate, e grosse grasse risate tra i presenti.
Questi incontri di solito avvengono di notte, quando l’ora è piccola sull’orologio, perché lui ha bevuto un numero di birre talmente elevato che il suo cervello non riesce a dirgli che la donna è pericolosa ed è meglio starne lontani. In orario diverso e quando l’alcool non ha ancora fatto il suo pieno effetto, il peggior trentenne di Pescara si tiene alla larga da condizioni femminili non amichevoli, oppure non già consolidate. Quando decide di acchiappare lo fa con una tecnica che ha collaudato negli anni, ma innovativa rispetto al passato.
Si avvicina a uno dei suoi compari, punta la ragazza e le fa: “C’è Matteo! Guarda c’è Matteo!!!” O un nome per un altro.
La tecnica ottiene il suo risultato…tutte scappano!
Succede in media ad ogni eclisse solare, ma succede che il peggior trentenne di Pescara in una notte di alcool assoluto, perda di vista gli allegri alcolici compari coi campari e finisca con una ragazza fino ad istaurarci un rapporto stabile e duraturo.
Così il peggiore si innamora, e quando ama lo fa per davvero.
Per la sua donna, che da questo punto in avanti del rapporto sarà chiamata “donnaccia!”, lui farebbe di tutto. Lui la ama e la rispetta. Non tradisce, non mente, non gioca con i sentimenti, non perdona chi fa del male alla sua lei e sembrerebbe essere il marito ideale, se non fosse che non rinuncerebbe mai alla sua birra e alla domanda:
“Quanda ti spus’?”
Risponde con fermezza: “Ma che cazza ti vu’ spusà???”
Lui la ama alla follia. E’ un pazzo al quadrato, ma sa che dietro di lei c’è sempre una trappola nelle vicinanze, oppure un compare che cerca di fare una mano pagliuta. Infatti il peggior trentenne di Pescara considera la donna, nel suo senso più amplio del termine, un essere imperfetto. Imperfetto, ma non inferiore a lui, anzi forse il contrario. La donna è un essere imperfetto semplicemente perché per sua natura è rotta. Lei ha delle strane perdite per circa una settimana al mese, quindi c’è un guasto che andrebbe riparato e si vocifera che qualche membro meccanico del gruppo stia già lavorando sul come rimediare a questo guasto. Il guasto la rende nervosa, isterica, insoddisfatta, debole e quasi inutile sessualmente. Senza questa perdita, secondo la teoria del peggior trentenne di Pescara, lei sarebbe superiore in tutto all’uomo in generale, e a tratti anche superiore a lui.
A causa di questa imperfezione di fondo il peggior trentenne di Pescara cerca sempre di rubare la fidanzata all’amico, ma non lo fa perché è un bastardo. Lui lo fa perché è un vero amico e vuole mettere alla prova la donna del suo compare. Vuole vedere se lei è meritevole di stare con uno del gruppo.
Il peggior trentenne di Pescara ti potrebbe rubare la donna in qualsiasi momento. Quando da ubriaco l’hai appena vista e dici:
- “Cazz di ciuccia!!” (Che carina quella ragazza! Quasi quasi la vado a conoscere e le chiedo se vuole diventare la mia ragazza!)
Il tuo compare, che ti vuole veramente bene, va da lei prima di te e ci si ingarra, facendoti subito capire che sarebbe stato inutile e che lei non ti merita. Lui prova a prendersi la tua donnaccia anche quando il rapporto è consolidato da anni e quasi ti viene voglia di sposarti, perché lui è un vero amico e ti sta evitando dei guai dolorosi che avresti avuto in seguito. Potrebbe sembrare un bastardo, ma proprio non lo è. Lui vuole bene al suo compare, e se dovesse vedere in una nuova coppia la possibilità di un inizio di una relazione amorosa, allora lui passa alla fase del controllo.
Lui segue te e la tua donna lungomare al tuo primo appuntamento per vedere se il tutto si concretizza, perché se invece le cose dovessero andare per le lunghe lui sa che può intervenire e tirarti subito via da questa situazione.
Lui ti segue quando ti apparti con la macchina e poi ti punta le luci addosso, ma non lo fa perché è un bastardo. Vuole vedere se ti stai applicando o se stai perdendo del prezioso tempo che potresti passare a bere co lì cumpign’.
Lui sa con precisione ogni qual volta i membri del suo gruppo fanno l’amore, conosce la regolarità della tua attività sessuale meglio di te stesso, ti tiene sotto controllo e se c’è una novità eclatante come una nuova ingarrata lui informa immediatamente tutti i membri del gruppo. Al momento della prima ingarrata con una nuova ragazza, quando hai staccato la lingua da lei, sul tuo telefonino ti sono già arrivati tre o quattro messaggi e un paio di telefonate. I tuoi compari ti stanno deridendo visto che sei caduto in errore. Se non ci sono prove, foto, video e centinaia di testimoni, e se l’errore è umano ma non diabolik, allora lui negherà tutto anche sotto tortura. Lui si vergogna di quello che ha fatto se si ricorda cosa ha fatto e non lo sentirai dire:
- “Si, è vero, mi sono ingarrato con quella!”
Lui negherà tutto anche se eri lì accanto a lui a vederlo.
In sequenza dirà:
- “Io queste cose non le faccio!”
- “Io ieri sera non sono uscito!”
- “Io non mi sono mai ingarrato in vita mia!”
- “Io non ho mai eiaculato in vita mia!”
- Fino alla privazione assoluta “Io non ho il pene!”
Un misto tra Giuda Iscariota e Pietro mentre cantò il gallo.
Una volta cotta la triglia (A rapporto consolidato) il peggior trentenne di Pescara non tradisce la sua amata, e se dovesse mai farlo, lui sa che può confidarsi con i suoi amici perché loro andranno di corsa a sputtanare tutto alla tua donna. Ma i peggiori non lo fanno perché sono infami, come tutti i superficiali potrebbero pensare. Loro lo fanno perché sono dei veri amici e se per caso hai tradito la tua donna è perché la relazione non va bene, tanto meglio darle un taglio.
Lui ti controlla quante volte fai l’amore e anche la tua attività solitaria di falegnameria facendoti delle domande come:
- “Come va lo spruzzo?”
- “The spruzzo is good!” è la tipica risposta.
Sempre perché ti vuole bene lui ficca le mani tra le chiappe della tua donnaccia, e non lo fa perché è un porco. Vuole controllare come stanno le via di uscita, se è tutto a posto esclama: “La triglia è cotta!”.
Se la sua ragazza lo tradisce con un compare, lui è capace di non prendersela con il compare ma solo con la sua ex donnaccia che cadendo in tentazione non si è dimostrata meritevole della compagnia del peggior trentenne di Pescara, ma degna di una vita piena di infamie, atrocità e sobrietà.
Lui è l’esatto opposto del tipico italiano piacione che con la sua parlantina, il suo rolex e la macchina sportiva, sa come prendere una donna e farla sua al primo appuntamento, per poi averne un’altra il giorno dopo. No, il peggiore è capace di ospitare due ragazze dell’est in casa e portarle nei postacci che frequenta lui, ubriacarsi peggio delle altre volte e usarle solo per farsi riaccompagnare a casa sano prima di collassare addosso a loro tutto ciò che si è bevuto.
Lui è sincero, non fa mosse, è concreto. Non parla con una ragazza per più di cinque minuti perché sa benissimo che l’amicizia tra diversi sessi è molto rara. Inutili gli scherzi e le false risatine. Se sta parlando con una donna per la prima volta è perché ha una fase di calma naturale nel suo bere serale, oppure ha finito i soldi e perso di vista i suoi compari dal locale. Lui per cinque minuti ascolta veramente la sua interlocutrice, e ribatte a tono con idiozie fuori luogo e senza senso. Trascorso il tempo, se nessuno dei salvatori è intervenuto, lui se ne va, senza salutare. Oppure ti mette la lingua in bocca, inaspettatamente.
Nella seconda ipotesi, dopo solo qualche minuto, lui con il suo animo sincero ti dirà:
- “Vabbò! Pumpem?” (Cara! Ci appartiamo un po’ da questo ambiente così confusionario che non mi permette di cogliere appieno la melodia della tua voce?)
Perché è inutile perdere tempo e lui lo sa, si vive oggi e non domani. Per il piacere lui vuole tutto e subito, per il dovere lui seguirà uno dei suoi principali comandamenti:
NON FARE OGGI QUELLO CHE PUOI RIMANDARE A DOMANI!

domenica 5 settembre 2010

Manifesto dei peggiori trentenni di Pescara


Una data che passerà alla storia oggi 4+1 Settembre. In grandissima anteprima pubblico l'introduzione del MANIFESTO DEI PEGGIORI TRENTENNI DI PESCARA.
Coming soon la versione integrale.



MANIFESTO DEI PEGGIORI TRENTENNI DI PESCARA

Introduzione

La cerchia dei peggiori trentenni di Pescara è una realtà nata negli ultimi mesi del 2009 e consolidatasi poi di conseguenza nella successiva primavera, fino a raggiungere la sua piena affermazione e identità durante l’estate 2010 ancora in corso.
I peggiori trentenni di Pescara si compongono all’incirca di 8, max 10 persone. Il numero dei componenti non è stabilito con certezza visto che ci sono dei membri che hanno solo alcune delle caratteristiche che sono pronto a descrivervi ma godono di una stima elevatissima da parte di chi invece fa parte a pieno titolo di questo gruppo.
Il primo elemento che li contraddistingue lo si può trovare già nel loro nome, ed è l’età che gira gira gira intorno alla cifra 30. Mi riferisco ad un’età in cui chi fa parte della generazione precedente alla nostra, ehi fu, aveva già a che fare con noi da marmocchi, mogli incinte isteriche, case da costruire, mutui da pagare, cibo da comprare, le bottiglie di pomodoro e qualche piccola scappatella al bar con gli amici che però erano già un ricordo; ma soprattutto aveva circa dieci anni di retribuzione alle spalle, a volte anche quindici. Tutto ciò, ovviamente, è ignoto e repulsivo al classico peggior trentenne di Pescara.
Il gruppo è flessibile sotto più punti di vista, sia per la sua composizione, sia per le sue regole, ma è allo stesso tempo molto esclusivo e restrittivo. Tutti sono ammessi a farne parte, a patto che, appunto, si rispettino delle determinate condizioni. Diventa esclusivo perché è contraddistinto dall’amicizia che lega i suoi componenti e le due vie per guadagnarsi l’amicizia sono:
- Meritocrazia: Compiere gesta irrazionali degne di altissimo rispetto per il gruppo, ad esempio fare pipì nelle bottiglie.
- Raccomandazione: Essere amico di uno dei componenti. In realtà trattasi di raccomandazione insignificante visto che il peggior trentenne di Pescara si circonda di pazzi anche quando non frequenta i membri del gruppo.
La flessibilità delle regole, alla quale accennavo in precedenza, è un elemento basilare in quanto il peggior trentenne di Pescara muta se stesso in base ai cambiamenti della società, ma in un sistema circolare, è anche la società pescarese che in feedback muta intorno a lui, cambiando i suoi usi e costumi tradizionali. Se, ad esempio, ma solo ad esempio, i peggiori trentenni di Pescara passano un sabato sera a giocare a biglie sulla spiaggia ubriacandosi sotto i riflettori e davanti allo sguardo attonito di tutta la città che passeggia, allora basteranno non più di un paio di giorni per vedere sul litorale pescarese diversi altri gruppi di bambini e bambini un po’ più grandi, divertirsi costruendo piste per giocare a biglie.
Queste regole non sono scritte, ma sono fumose. Aleggiano su di loro come l’aura di un giramento di testa dovuto a una sbronza in corso, ma non ancora giunta al punto di non ritorno. Perciò il peggior trentenne di Pescara non può essere stereotipato da chi non lo conosce, non può essere etichettato.
Lui è un pazzo, ma un matto diverso, del ventunesimo secolo. Non lo riconosci se non lo conosci e non sarai di certo tu a crederti normale o addirittura superiore perché non farai in tempo a dire:
- Questo qui è pazzo!
No. Sarà lui e venire da te mettendoti subito le cose chiaro dicendoti:
- IO SONO PAZZO!
Come mai nessun matto nella storia ha fatto, e come mai nessun pazzo ti ha fatto sentire così stupido, banale e insignificante.
Il peggior trentenne di Pescara non ha dei segni di riconoscimento, non veste in modo univoco, non si comporta sempre allo stesso modo anche se una medesima situazione gli si piazza davanti per cento volte, lui con tutta probabilità adotterà cento comportamenti differenti, ma in nessun caso sarà banale. Veste così come lui vuole, indipendentemente dalla situazione e dall’occasione, lo potrai trovare in camicia o in t-shirt o in costume, semplicemente perché quel giorno la mano dal suo armadio ha estratto quei determinati indumenti.
E’ di Pescara, vive a pieno la sua città, ma soprattutto la ama, senza esprimere il suo amore in una semplice ossessione per la squadra di calcio, della quale comunque ne è in ogni modo sostenitore. Per lui Pescara è il posto più gradevole dove vivere, e quando è costretto a starne lontano per troppo tempo, ove può, esprime il suo orgoglio pescarese diffondendo espressioni come:
“Nuccunucc!”
“Ngulo!!!”!!!!
Il peggior trentenne di Pescara, a discapito di quanto possa far sembrare la sua definizione, non è un delinquente, non è un zozzone. Non ruba, non spaccia, non è un vandalo, non usa alcun tipo di droghe e non farebbe male a una mosca, a patto che non gli si tocchi la sua birra. L’alcool è la sua benzina e senza l’alcool il peggior trentenne di Pescara torna ad essere un comune inetto del 2000, come la maggioranza dei ragazzi della sua età. Non è da considerare un alcolizzato, o perlomeno, non nel senso generale del termine. Lui non va in giro per strada di giorno a chiedere i soldi per bere e non arriverà mai a questo punto perché in tutto quello che fa lui mantiene uno dei suoi principi basilari: Faccio… e poi disfaccio subito tutto, ma quello che disfaccio l’avevo fatto io senza rompere i coglioni a nessuno!
Come i vampiri, principalmente va in giro di notte e si ritira alle prime luci dell’alba.
Come i lupi mannari cambia aspetto, in maniera direttamente proporzionale al numero di birre che si è bevuto.
Come gli alieni, è in mezzo a voi senza che lo sappiate, fin quando non decide di uscire allo scoperto.
Ognuno di loro ha un elemento che lo distingue dagli altri, attraverso cui potrebbe essere considerato un fenomeno da baraccone. C’è chi ha il culo enorme, il pene del quale nessuno è mai riuscito a vedere la fine, il glande più grande della storia, chi ce l’ha lungo e nero, chi è stato l’insegnante di McGyver, le mani più grandi di una pala, chi se corre è più lento di una tartaruga ma in ginocchio è più agile di una gazzella rincorsa da un leone, e via dicendo…