lunedì 14 settembre 2015

IL LOCALE GIUSTO






Dicono che con l'avanzare dell'età diminuisce la memoria e che un giorno saremo un ricordo e poi nemmeno piu' quello. Semplicemente scrivo questo perchè ora me lo ricordo e a quelli che hanno il piacere e la voglia di leggere glielo ricordo con piacere e voglia, un po' come fanno i vecchi con gli altri vecchi.
Le cose..in quel tempo..andarono piu' o meno così.....


Era (un sogno?) di una notte di mezza estate, #10annifa, le sere a Serrone si alternavano o sovrapponevano alle collette alla Croce. Era l'anno del mercoledì al LidoBianco e birre da 66 al Siesta, poi di nuovo al LidoBianco e c'è Matteo c'è Massimo c'è Cekketto c'è Valerio...OH! c'è Valerio...ngul' a te ti so ditt' c'è Valerio!
Così una sera...qualche giorno dopo la tradizionale festa del compleanno di Leardi posticipata di un mese, successe che si era fatto tardi e i locali stavano già chiudendo, anche a Corso Manthonè che in quel tempo era in gran forma. Noi però eravamo ancora assetati perchè stranamente quell'estate faceva caldo ma la ricerca di un posto dove poter bere qualcosa si faceva sempre più ardua. C'era il pianoterra ancora aperto ma li facevano solo cocktail che costavano troppo e a noi tutto ciò sembrava un sopruso; c'era il Cicchetto ancora aperto ma non è che ti puoi stare tutta la sera a farti i cicchetti. Qualcuno cominciava a dare segni di cedimento e minacciare un rientro senza aver completato la missione, i piu' tosti insistevano nel non mollare.
L'impresa stava diventando sempre più difficile quando ad un tratto ecco comparire in lontananza una pecora che a mano portava la sua bicicletta. Non ricordo di preciso chi eravamo quella sera ma questo conta poco, non ricordo di preciso come si chiamava la pecora ma questo conta poco...quello che ricordo è che la pecora era anche abbastanza caruccia ma anche questo conta poco...quello che ricordo è che la pecora era incazzata e questo conta un bel pò.
Doveva essere fermata, una pecora incazzata a punto tale da non capire che la bici è fatta per salirci sopra e pedalare può essere molto pericolosa, perciò: c'è Massimo, c'è Matteo, c'è Cekketto. La pecoracarucciaincazzataconbiciclettaamano si ferma e inizia a conversare mostrando i netti segni della sua incazzatura. L'acchiappone psicologo capisce che deve intervenire e si fa avanti, così lei confida di essere stata appena licenziata dal suo ormai ex titolare e comincia a sbraitare contro di lui. Pane per i denti dell'acchiappone che su questi argomenti gioca in casa, lui prende il comando della situazione con tocchi di classe quali: "io una ragazza bella come te non la licenzierei mai" - "deve essere proprio una merda cussu per non voler più vedere il tuo viso"...e tutte stronzate del genere che lo hanno portato innumerevoli volte a parlare con le pecore fino alle sei del mattino con il ricordo dell'ultima scopata fatta nel '61.
All'improvviso la pecora ci guarda ed esclama: "Ragà ma voi state a cercare un posto dove bere?"
- "Freghete ngul!" rispondiamo in coro
- "Quel coglione del mio ex-titolare lascia il bancone fuori la notte con la spillatrice attaccata" Dice lei con fare vendicativo.
- Una risata fragorosa e tutto finisce con i saluti alla pecora mentre noi pensiamo "chissì è pazza ecco perchè l'ha licenziata cullù"

Lei prosegue per la sua strada, noi nella nostra ricerca. Svoltiamo l'angolo ed ecco presentarsi davanti ai nostri occhi questa visione: un bancone da bar coperto da un telo di plastica scuro.
"Sarà quello che diceva la matta?"
"T'immagini è vero?"
"Ma jamm' a la cas dai!"
Le macchine erano di strada quindi per forza di cose ci saremmo dovuti passare avanti e noi che nel frattempo eravamo divenuti cavalieri TEMPLARI alla ricerca del nostro Sacro Graal, nell'oscurità della notte decidiamo di provare. Sardini è quello che si fa avanti..
lentamente alza il telo di plastica...
lentamente prende in mano la spillatrice...
lentamente si abbassa per avvicinare la bocca...
-"EH MUV'T!!!!!" gli gridiamo
Lui tira la leva, poi rimane lì in silenzio...ma prima ancora di deglutire i suoi occhi iniziano a brillare di una luce  che avrebbe accecato l'intero universo e noi rimaniamo lì a bocca aperta ad aspettare le sue sacre parole che riecheggeranno nell'eternità
"UAGLIU'...INCREDIBILE....ESCE LA BIRRA!"

Ci buttiamo tutti su di lui per esultare la novella, mentre l'acchiappone si lancia di corsa dal lato opposto come una saetta nella notte e svanisce dietro l'angolo...non riusciamo a capire dove sia andato e mentre noi facciamo a gara per metterci sotto la spillatrice a ciucciare la birra lo vediamo ritornare lentamente... Da lungimirante qual'è.. era andato in un bar vicino che stava per chiudere a farsi dare i bicchieri di plastica...che signore!!!
Non ce ne lasciammo nemmeno un goccio! E quella sera nel fusto ce n'era proprio tanta di birra, che con calma venne travasata tutta nelle nostre panze.



Da qui inutile narrare il proseguire dell'estate...perchè poi andò avanti così fino all'arrivo dell'Autunno e nessuno si accorse mai del tesoro che avevamo trovato, perciò a fine serata mentre  gli altri locali chiudevano il locale giusto apriva, solo per noi. E nel silenzio della città vecchia potevamo prenderci una birra, ed era gratis. Potevamo offrire una birra ad un amico, ed era gratis...potevamo conoscere una pecora e portarla a bere qualcosa...ed era gratis. E non venite a farci la morale perchè quello che è stato fatto aveva un sapor divino, ma anche di birra...ed era...come quel locale, giusto!

E nelle nottate trascorse finendo con un paio di birrette in tranquillità al locale giusto mi tocca ricordare...

Quella volta che con Imperato e Leardi prendemmo l'asse attrezzato contromano a piedi e la polizia  ci fermò chiedendo "dove andate?"  "a casa" ribattè Domenico.

Quella volta che Imperatino alle 4+1 di mattina chiamò a casa di Di Paolo gridando "DiPà! DiPàà!!DiPààà!!! Ah cazzo ho sbagliato numero"

Quella volta che non ero uscito ma avevo messo la sveglia alle 2 per poi andare al locale giusto, giunto lì trovai casualmente Valerio che non riusciva a prendere sonno e aveva avuto la mia stessa idea.

Il metronotte che passava, ci salutava e rideva.

Quella sera che andammo a cena...siamo in 7 fin quando non arriviamo a 21 litri non ci alziamo. E poi partita a racchettoni a piazza Unione, locale giusto fino a fine fusto e poi racchettoni a piazza garibaldi con Leardi cappottato nella siepe.

Il sapore di Souvenir, puoi chiamarlo così! I primi vetrini estivi e la consapevolezza di aver trovato un posto giusto in un momento irripetibile, che l'estate 2005 ha portato via giustamente lasciandolo vivo solo nelle nostre affrante memorie.





2 commenti:

Vendotto ha detto...

Fantastica estate e fantastici ricordi.
Rimembro benissimo la serata del nostro incontro. E rimembro anche la mitica cena a quel cazzo di ristorante che non voleva darci a bere e che abbiamo obbligato ad arrivare a 21 litri: 3 a testa! E poi il dopo serata, con Leardi cappottato... Mitico!

Alla grande Cekkè!

Il Vetraio ha detto...

Se il metronotte vi salutava con un cenno nemmeno troppo evidente, credo sia ovvia la conclusione che non si trattava di un metronotte sobrio...