giovedì 26 gennaio 2012

Premio Biglia d'Oro 2011



REcensione di Matteo Sardini

Dalle stalle alle stelle; dai panni della vergogna ai fasti del Cuore di Pietra; dalle crisi dell'ultimo giro alla perfezione schiccheratoria; dalle mosche rampanti ai rampalupini senza più segreti. Signori, non si può certo dire che il vincitore dell'ambito premio Biglia d'Oro quest'anno non sia passato attraverso tutti i livelli tecnici conosciuti. Fino ad aggiudicarsi, inevitabilmente con voto quasi unanime (quasi, se non fosse per qualcuno che vuole arrivare sempre secondo), il premio annuale anale che marchia negli annali anali il nome di chi eleva a livello celeste l'arte schiccheratoria, anale anch'essa come il vincitore. Bauletto è appunto colui il cui dito ha visto vergognosi ritiri e cazzi divorati copiosamente dalle mosche, ma che poi ha condotto la propria biglia "di rampa in rampa" (come scrisse qualcuno in recensione) sino a essere considerato, e a ragione, un alieno rispetto a chi si arrabattava per una seconda posizione distante anni luce e gas. Si potrebbe fare una rassegna anche del tutto casuale delle recensioni per capire il valore baulettato, ma basta citare il soprannome col quale i suoi avversari l'appellano: Cuore di Pietra. Già, perché qui si parla di freddezza stile Majella nelle schiccherate e durezza da scoglio nel loro impatto sulla gara. E conseguente incazzatura stile Lu Fije per gli altri giocatori. Fa incazzare, 'sto stronzo, per come sparisce, ballando coi tirriponi, ammiccando alle piscine, ingarrandosi con le paraboliche, ma a maggior ragione non si può minimamente negare il livello "altro" della sua giocata. Quindi ben venga - come Rocco - questo importantissimo riconoscimento per lui, Bauletto Cuore di Pietra, Biglia d'Oro 2011.


ESCLUSIVA Intervista al Biglia d'Oro 2011 Bauletto - di Riempitore e Facitore

1- Prima domanda obbligatoria: passare dal vestito della vergogna a Biglia d'Oro, come ci sei riuscito e cosa provi?
L'episodio del ritiro è stato senza dubbio il punto più basso della mia carriera biglistica. L'aver toccato il fondo però, mi è servito da stimolo per incominciare a risalire.
Le gare successive non sono state semplici, specie dal punto di vista psicologico. Le continue critiche e i rinfacci (specie fontanellesi) mi hanno dato la forza per diventare quello che sarei diventato,
un vecchio porco? Si, certo, ma anche Biglia d'Oro 2011. Questo titolo mi riempie (...) di gioia e mi rende orgoglioso. Cercherò di difenderlo anche quest'anno con le dita e i polpastrelli.

2- Quando effettui quelle schiccherate che sembrano calcolate dalla NASA, hai una certa dose di paura?
La paura fa parte della vita dello schiccheratore. E' una componente essenziale, che però va sfruttata a proprio vantaggio.
Ogni tiro può diventare decisivo durante una gara e a volte bisogna osare. In quei casi la paura mi serve da spauracchio, come se avessi Rocco pronto a entrare in azione
dietro di me ogni volta che mi chino per una posizione dell'amico.

3- Quella sensazione provata poco prima del ritiro l'hai rivissuta in seguito?
E' capitato, ma non è stata così forte come quella volta. In quel caso sembrava impossibile recuperare, sono saltati i nervi e il resto è storia.
Come ho già detto però, l'episodio del ritiro mi è servito molto e da allora ho imparato a reagire in modo diverso alle avversità.

4- Le mosche che ormai un anno fa ti facevano compagnia in genere all'ultimo giro, come le hai messe a dieta?
Prima di ogni gara mi cospargo la cappella di Autan, è un toccasana contro tutti gli insetti, mosche comprese.

5- Come concili certe eccellenti prestazioni con la gastrite e il resto del fracicume che ti porti dentro?
Non è facile. Mi alleno tutti i week end in vari locali. Grazie al cielo ho un gran maestro di fracicume accanto a me, MS, le cui stanche membra sono ormai giunte alla proverbiale frutta. Se lui riesce a giocare (e a vivere) penso che io sono immortale.


6- A chi vuoi dedicare questo premio?
Vorrei dedicare questo premio ad un mio amico. Un mio caro amico, che non vedevo da molto tempo, ma che ho rincontrato ultimamente. Si chiama Cazzo Duro, e questo premio è per lui.

7- Un consiglio che ti senti di dare a chi si avvicina alle biglie?
Non prendete alla leggera questo sport, che per quanto possa sembrare semplice, racchiude in sè dinamiche più complesse di quelle che regolano la mente di Sergio è Pazzo.
Allenatevi, riempite, spruzzate, domandateglielo sempre. In questo modo troverete la vostra strada, la vostra pista.

8- Scopi?
Domandaglielo!

9- Anche il Campionato in corso sembra essere nelle tue mani, potrebbe essere Camillo il tuo principale avversario o sei tranquillo perchè lui pensa solo alla seconda piazza?
Camillo non mi spaventa, la sua voglia di arrivare secondo è più forte di qualunque altra cosa, mosche, spruzzi e torti alle biglie compresi.

10- Preferiresti essere biglia d'oro o peggiore trentenne di pescara?
Non potrei mai togliere il titolo di Peggiore a MS, se l'è guadagnato a suon di pieni e di calate. Preferisco tenermi il mio titolo.

11- In merito alle biglie come sport, come vedi questa attività? In espansione, in declino, o una tantum?
La vedo in forte espansione e ciò è testimoniato dalle tante persone che si avvicinano a questo sport. Ultimo tra i tanti il prode Luca.
Anche il successo di pubblico è notevole. Le gare primaverili lo testimoniano. Sono fiducioso per il futuro, credo che entro il 2028 potrebbe diventare sport paralimpico.

12- Da dove nasce la tua passione per le biglie? Traumi infantili?
Da bambino mi picchiavano tutti. Le biglie erano la mia unica ragione di vita. Grazie a loro sono diventato un bambino forte e pieno (...) di talento.
Poi ho conosciuto gli attuali Peggiori trentenni di pescara e tutto è inesorabilmente andato a puttane...

2 commenti:

Vendotto ha detto...

La foto del premio lingua d'oro è una delle più brutte che abbia mai visto in vita mia.
Il video invece è un eccellente esempio di premio pietra.

Anonimo ha detto...

..aspettando odi alle triglie merlate di merli trigliati