A caval donato, colioni in bocca!
Pensiero goliardico, alma da dottore e regalo al peggiore…al Principe!
Forse mai regalo fu così tanto amato ma un giorno il Principe capì che proprio il dono doveva essere donato… a lì cumbign, perchè lui era lontano, era a Parigi o Milano. Loro le scaldavano, lui tornava e le amava, il Baule imparava.
E passavano le stagioni, cadevano le foglie, si spogliavano le piante e si vestivano le donne. Si rivestivano le piante e si spogliavano le donne. Passò quell’inverno insieme a Camillo, al sapore di mare e montepulciano, che d’estate è solo uno strano richiamo. Passarono i pomeriggi tra bocce e Don Gennaro.
Cresceva quell’asciugamano, celeste come il cielo o proprio come il mare. Chiuso sotto la palma conteneva quelle bocce d’acciaio che insieme al contenitore invecchiavano. Eh già, parliamo di bocce, le belle bocce dure dure, quasi uguali ma diverse… Verdi blu rosse arancioni. Non si distinguevano quasi più, erano una famiglia.
Così la famiglia correva dietro al boccino, e se c’è qualcosa di nero e di piccolo non può che essere un boccino… Aveva un potere magico: conteneva la gravità in sè, gli si voleva star vicino, attraente davvero.
Così la famiglia correva dietro al boccino, e se c’è qualcosa di nero e di piccolo non può che essere un boccino… Aveva un potere magico: conteneva la gravità in sè, gli si voleva star vicino, attraente davvero.
Arrivò la safety car, bella, gialla… Quella pallina da tennis rimbalzava leggera ma imponente, un simbolo di contraddizione; aveva un potere magico: dava sicurezza e spensieratezza. Un oggetto fisico, terreno, capace di contenere questi due concetti astratti così lontani.
Pochi mesi fa arrivò anche il merlo, boccin leggero, di un diverso colore e di un diverso peso specifico; aveva un potere magico: di annullare le partite, potere che gli fu donato in un pomeriggio di mezza estate, era un sogno.
Cresceva l’esperienza e la classe, variavano i lanci rimanevano le risate. Qualcuna andò persa ma 4+1 minuti di paura furono utili per far tornare il figliol molto prodigo. C’è chi sostiene che il peso dell’anima è di 21 grammi ma non è così, chi ce l’ha veramente sa che pesa molto di più, almeno quanto quelle bocce. Vi dirò di più, l’anima ha anche una forma fisica concreta ed è quell’asciugamano celeste zozzo, messo lì accanto alla Palma, sembrava un cane fedele ma era la vita vera.
Eh? Si lo so, parlo di bocce e dovrei essere felice ma son triste, avrete già capito che mi sento vuoto, che da un po’ di giorni sono senz’anima, l’hanno portata via insieme alle Palmiadi e all’Estate, insieme alle bocce. Vedo lo sconforto e nemmeno i pezzi forti sanno darmi una risposta, Lu Fije e Silvestre si scambiano gli sguardi e non sanno cosa dire, anche Massimo per una volta è titubante e mi dice di farci un giro, di cercare negli altri stabilimenti ma più cammino e più mi sento perso, non basta nemmeno la sua mappa… e penso a voi e a come darvi questa notizia. Penso al perché nella vita devono succedere queste cose, penso a quando ho guardato sotto la palma e l’animo chiuso nell’asciugamano sotto forma di bocce e che sembrava un cane fedele non c’era, penso a come sia stata la fine, agli ultimi attimi.
Sarà stato un dispetto
Sarà una punizione
Sarà stato proprio Donato, il tizio col metaldetector
Sarà quel che sarà
sarà… Ma intanto il mio animo se ne va.
Cekketto
1 commento:
bellissimo!
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