Scambio di messaggi su WhatsApp e appuntamento fissato per le 15 e 15 al
solito posto, la Madonnina accanto al Ponte del Mare, luogo d'incontro di molti
appassionati della corsa, del gruppo pescara runners, di giovani skaters o
semplicemente di gente che vuole passeggiare sul lungomare di Pescara.
L'orario è perfetto, avrei potuto dire alle 15 in punto, ma i quindici minuti in più lo rendono ideale perché mi consentono di svolgere tutto con relativa calma senza darmi la possibilità di farmi pensare che ho saltato il pranzo creando rimpianti e malumori non adatti alla corsa. Finisco di lavorare alle 14, come previsto la mia collega fa qualche minuto di ritardo, pochi per fortuna, ma mi intrattiene in chiacchiere su quello che è successo in settimana in hotel, commenti sugli Australian Open ecc. le dico che devo andare a correre e lei come se fosse una mamma mi sentenzia:
- “tu sei pazzo! Con questo tempo???”
Facendomi notare che il cielo è sempre più...grigio scuro...
Nana nana nana♫...ma il cielo è sempre più grigio!...mi viene da pensare.
Ci vado lo stesso!
Torno a casa, mi preparo con relativa calma, e mi reco all'appuntamento anche con qualche minuto di anticipo. Contemporaneamente arriva mio cugino Stefano, l'unico matto che mi accompagna oggi.
Un breve saluto, una battuta, mi regala una cover per l'iPhone che lui precedentemente mi aveva regalato, gentile come sempre e ci prepariamo per partire. Solo qualche minuto per accennare uno stretching molto amatoriale, durante il quale decidiamo che tipo di sessione fare.
Innanzitutto...al contrario di tutte le altre volte, scegliamo di puntare verso sud. Nella corsa è essenziale cercare di variare i percorsi perché se da un lato è vero che fare lo stesso tracciato aiuta a capire i propri progressi in termini di ritmo e distanza, dall'altro variare è utilissimo per spezzare la monotonia propria della corsa, e quale cosa migliore di cambiare percorso?
Ci prefiggiamo di correre in totale per 15 km, che sarebbe un ottimo traguardo visto che la nostra distanza maggiore è stata 18 km fatti con le ossa rotte due settimane prima. Perciò facciamo partire Runtastic e le gambe e ci dirigiamo verso Francavilla. Non piove...ma sta per.
Dopo circa un km da lontano vediamo una ragazza che corre sulla spiaggia...sembra una bella pecora e accenniamo un saluto, lei ricambia, così io subito propongo di correre sulla spiaggia e seguirla, ma mio cugino mi riporta sulla retta via.
Dieci minuti dopo la partenza, circa, comincia a piovere, come avevamo previsto. È una pioggerellina leggera, che non ci da molto fastidio. Proseguiamo mantenendo un passo buono per i nostri standard, 5 e 30, 5 e 35 minuti al km, così ci diciamo di rallentare se vogliamo arrivare alla fine. Ma nonostante i buoni propositi, la vocina di Runtastic ad ogni km sentenzia lo stesso tempo.
Ai 5 km siamo a piazza Asterope, a Francavilla. Quando arriviamo ai 7,5 km cioè il punto che ci eravamo prefissati per rigirare, siamo a poche centinaia di metri dal pontile di Francavilla, tiriamo dritto e quando ci arriviamo il GPS dice che abbiamo fatto otto km. Sul pontile la pioggia si intensifica, il mare è in tempesta e senza smettere di correre riusciamo a farci due foto, che ovviamente vengono male...a testimonianza delle condizioni avverse.
Sulla strada per il ritorno capiamo subito che quella che sembrava pioggia sottile, controvento è diventata molto intensa, cosa che ci fa pensare ad un ritorno molto difficile.
Nonostante ciò, il ritmo è sempre lo stesso, proviamo a rallentare ma non ci riusciamo.
- “dobbiamo rallentare” - dice Stefano
- “sono d'accordo” - ripeto io
Ma il ritmo rimane sempre lo stesso, e io mi sento bene, la pioggia dà fastidio ma rinfresca..siamo gli unici a correre, dopo la pecorella all'inizio non abbiamo incontrato più nessuno, eppure è un sabato pomeriggio e a Pescara di solito c'è sempre qualcuno che corre, molto strano.
Al tredicesimo km superiamo il confine e rientriamo a Pescara, il ritmo è sempre lo stesso e io inizio a pensare ad un'idea strana...quella di continuare a correre oltre il punto dal quale siamo partiti. Ci rifletto un po’ ma non accenno ancora niente a Stefano.
Due settimane prima lui aveva acquistato online un piano di allenamento stilato da Dieter Baumann, ex campione di corsa tedesco, tale piano aveva come obiettivo far riuscire a correre la mezza maratona, 21km e 100m in meno di due ore, con un allenamento che durava ben sedici settimane.
Io gli avevo detto che per me era una stronzata, che in poche settimane potevamo farcela, ma lui non era del mio stesso avviso.
Sgambata dopo sgambata..gli illustro la mia idea.
-“ a Stè...sto pensando a una cazzata!” Dico io.
- “eh?” Mi risponde
- “perché non proviamo a fare la mezza maratona?”
- “ma vaffanculo!” Controbatte.
Allora gli spiego le mie ragioni...stiamo correndo bene...passeremo ai sedici km in un'ora e mezza circa....a quel punto dovremo solo mantenere un passo di 6 minuti al km e sarà fatta!!!! In aggiunta, ora non sta piovendo più e le nuvole si stanno aprendo facendo uscire un bel raggio di sole. Le condizioni sono ideali. Sembra il giorno del giudizio.
Lui mi risponde dicendo che la corsa non è matematica, non si sommano le distanze, non si può solo moltiplicare per due, o aggiungere km pensando di mantenere lo stesso ritmo.
Un po’ ha ragione, ma non del tutto..stiamo correndo bene per come siamo abituati a fare di solito...dobbiamo rallentare un po’..proviamoci.
Arriviamo al Ponte del Mare e abbiamo percorso sedici km, come previsto stiamo ad un'ora e trenta minuti...e la decisione è stata presa! Si continua!
Con entusiasmo e morale alle stelle passiamo i 17, i 18..e la stanchezza ora si fa sentire, il ritmo è più lento di 10/15 secondi al km, le braccia mi tremano, le mani si sono addormentate e inizio un po’ a preoccuparmi, ma di fiato mi sento bene, anche se le gambe le sento più dure.
Quasi ai 19 ordino di rigirare e d’ora in poi si tratta solo di tornare al Ponte del Mare, le gambe vanno da sole...il ritmo è quello e qualsiasi variazione ci stroncherebbe. Alla fine accenniamo un piccolo scatto infantile. La nostra prima mezza maratona chiusa in 1 h 59 min 14 secondi, meno di due mesi fa era un'utopia e il piano di allenamento delle sedici settimane va a farsi benedire.
Ce l'abbiamo fatta, e ci abbracciamo, perché si…è vero saranno passati venti/venticinque anni da quando giocavamo insieme nel giardino di casa, ma noi stiamo ancora qua a scoprire cos'è la vita. E mi sento distrutto, ma in forma, finalmente felice, moralmente un leone perché dopo tanto tanto tempo sono tornato a vivere di passioni, le mie!...e mentre salvo il tutto, il cellulare squilla per un nuovo pupazzo senz'anima e senza cervello, pazzo si ma mica scemo...le farò fare solo qualche squillo senza perdere tempo in lunghe "telefonate".
Mi capiranno in pochi, forse nessuno, ma non m'importa. Io mi sento Cekketto, dopo tanti anni, me stesso!
L'orario è perfetto, avrei potuto dire alle 15 in punto, ma i quindici minuti in più lo rendono ideale perché mi consentono di svolgere tutto con relativa calma senza darmi la possibilità di farmi pensare che ho saltato il pranzo creando rimpianti e malumori non adatti alla corsa. Finisco di lavorare alle 14, come previsto la mia collega fa qualche minuto di ritardo, pochi per fortuna, ma mi intrattiene in chiacchiere su quello che è successo in settimana in hotel, commenti sugli Australian Open ecc. le dico che devo andare a correre e lei come se fosse una mamma mi sentenzia:
- “tu sei pazzo! Con questo tempo???”
Facendomi notare che il cielo è sempre più...grigio scuro...
Nana nana nana♫...ma il cielo è sempre più grigio!...mi viene da pensare.
Ci vado lo stesso!
Torno a casa, mi preparo con relativa calma, e mi reco all'appuntamento anche con qualche minuto di anticipo. Contemporaneamente arriva mio cugino Stefano, l'unico matto che mi accompagna oggi.
Un breve saluto, una battuta, mi regala una cover per l'iPhone che lui precedentemente mi aveva regalato, gentile come sempre e ci prepariamo per partire. Solo qualche minuto per accennare uno stretching molto amatoriale, durante il quale decidiamo che tipo di sessione fare.
Innanzitutto...al contrario di tutte le altre volte, scegliamo di puntare verso sud. Nella corsa è essenziale cercare di variare i percorsi perché se da un lato è vero che fare lo stesso tracciato aiuta a capire i propri progressi in termini di ritmo e distanza, dall'altro variare è utilissimo per spezzare la monotonia propria della corsa, e quale cosa migliore di cambiare percorso?
Ci prefiggiamo di correre in totale per 15 km, che sarebbe un ottimo traguardo visto che la nostra distanza maggiore è stata 18 km fatti con le ossa rotte due settimane prima. Perciò facciamo partire Runtastic e le gambe e ci dirigiamo verso Francavilla. Non piove...ma sta per.
Dopo circa un km da lontano vediamo una ragazza che corre sulla spiaggia...sembra una bella pecora e accenniamo un saluto, lei ricambia, così io subito propongo di correre sulla spiaggia e seguirla, ma mio cugino mi riporta sulla retta via.
Dieci minuti dopo la partenza, circa, comincia a piovere, come avevamo previsto. È una pioggerellina leggera, che non ci da molto fastidio. Proseguiamo mantenendo un passo buono per i nostri standard, 5 e 30, 5 e 35 minuti al km, così ci diciamo di rallentare se vogliamo arrivare alla fine. Ma nonostante i buoni propositi, la vocina di Runtastic ad ogni km sentenzia lo stesso tempo.
Ai 5 km siamo a piazza Asterope, a Francavilla. Quando arriviamo ai 7,5 km cioè il punto che ci eravamo prefissati per rigirare, siamo a poche centinaia di metri dal pontile di Francavilla, tiriamo dritto e quando ci arriviamo il GPS dice che abbiamo fatto otto km. Sul pontile la pioggia si intensifica, il mare è in tempesta e senza smettere di correre riusciamo a farci due foto, che ovviamente vengono male...a testimonianza delle condizioni avverse.
Sulla strada per il ritorno capiamo subito che quella che sembrava pioggia sottile, controvento è diventata molto intensa, cosa che ci fa pensare ad un ritorno molto difficile.
Nonostante ciò, il ritmo è sempre lo stesso, proviamo a rallentare ma non ci riusciamo.
- “dobbiamo rallentare” - dice Stefano
- “sono d'accordo” - ripeto io
Ma il ritmo rimane sempre lo stesso, e io mi sento bene, la pioggia dà fastidio ma rinfresca..siamo gli unici a correre, dopo la pecorella all'inizio non abbiamo incontrato più nessuno, eppure è un sabato pomeriggio e a Pescara di solito c'è sempre qualcuno che corre, molto strano.
Al tredicesimo km superiamo il confine e rientriamo a Pescara, il ritmo è sempre lo stesso e io inizio a pensare ad un'idea strana...quella di continuare a correre oltre il punto dal quale siamo partiti. Ci rifletto un po’ ma non accenno ancora niente a Stefano.
Due settimane prima lui aveva acquistato online un piano di allenamento stilato da Dieter Baumann, ex campione di corsa tedesco, tale piano aveva come obiettivo far riuscire a correre la mezza maratona, 21km e 100m in meno di due ore, con un allenamento che durava ben sedici settimane.
Io gli avevo detto che per me era una stronzata, che in poche settimane potevamo farcela, ma lui non era del mio stesso avviso.
Sgambata dopo sgambata..gli illustro la mia idea.
-“ a Stè...sto pensando a una cazzata!” Dico io.
- “eh?” Mi risponde
- “perché non proviamo a fare la mezza maratona?”
- “ma vaffanculo!” Controbatte.
Allora gli spiego le mie ragioni...stiamo correndo bene...passeremo ai sedici km in un'ora e mezza circa....a quel punto dovremo solo mantenere un passo di 6 minuti al km e sarà fatta!!!! In aggiunta, ora non sta piovendo più e le nuvole si stanno aprendo facendo uscire un bel raggio di sole. Le condizioni sono ideali. Sembra il giorno del giudizio.
Lui mi risponde dicendo che la corsa non è matematica, non si sommano le distanze, non si può solo moltiplicare per due, o aggiungere km pensando di mantenere lo stesso ritmo.
Un po’ ha ragione, ma non del tutto..stiamo correndo bene per come siamo abituati a fare di solito...dobbiamo rallentare un po’..proviamoci.
Arriviamo al Ponte del Mare e abbiamo percorso sedici km, come previsto stiamo ad un'ora e trenta minuti...e la decisione è stata presa! Si continua!
Con entusiasmo e morale alle stelle passiamo i 17, i 18..e la stanchezza ora si fa sentire, il ritmo è più lento di 10/15 secondi al km, le braccia mi tremano, le mani si sono addormentate e inizio un po’ a preoccuparmi, ma di fiato mi sento bene, anche se le gambe le sento più dure.
Quasi ai 19 ordino di rigirare e d’ora in poi si tratta solo di tornare al Ponte del Mare, le gambe vanno da sole...il ritmo è quello e qualsiasi variazione ci stroncherebbe. Alla fine accenniamo un piccolo scatto infantile. La nostra prima mezza maratona chiusa in 1 h 59 min 14 secondi, meno di due mesi fa era un'utopia e il piano di allenamento delle sedici settimane va a farsi benedire.
Ce l'abbiamo fatta, e ci abbracciamo, perché si…è vero saranno passati venti/venticinque anni da quando giocavamo insieme nel giardino di casa, ma noi stiamo ancora qua a scoprire cos'è la vita. E mi sento distrutto, ma in forma, finalmente felice, moralmente un leone perché dopo tanto tanto tempo sono tornato a vivere di passioni, le mie!...e mentre salvo il tutto, il cellulare squilla per un nuovo pupazzo senz'anima e senza cervello, pazzo si ma mica scemo...le farò fare solo qualche squillo senza perdere tempo in lunghe "telefonate".
Mi capiranno in pochi, forse nessuno, ma non m'importa. Io mi sento Cekketto, dopo tanti anni, me stesso!
4 commenti:
Chiara Hotel 2
Grande Cekkè...
Bellissimo, scritto bene ed emozionante!
bellebere, bravo. contento per l'amore mio.
ma quindi chi ti sctì scupà?
Bentornato.
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