Marta scappò via stropicciandosi gli occhi, ravviandosi i capelli, pensando alla scusa da addurre per il grande ritardo con cui rincasava.
Allo svolto della via, nella semioscurità, si trovò improvvisamente di fronte a Matteo Falcone.
- Di dove viene?
- Lei! Che vuole da me?
- Di dove viene? – ripeté il Falcone, quasi sul volto di Marta.
- Mi lasci passare! Chi le dà il diritto d’insolentire la gente per istrada? Fa la spia?
- Io la svergogno! – Ruggì tra i denti il Falcone.
- Villano! Si approfitta di una donna sola?
- Di dove viene? – Fece ancora una volta il falcone, fuori di sé dalla gelosia, tentando di ghermire un braccio di Marta.
- Mi lasci, villano! O grido!
- Gridi, lo faccia venir giù! Sono così, ma ho polsi, perdio, da storcergli il collo come a un galletto! E quel biondo mingherlino dell’altra volta?
- Si, mio marito! – Fece Marta. – Vada a trovarlo!
- Suo marito? Come! Quello è suo marito? – esclamò il Falcone, interdetto, stordito.
- Mi si tolga dai piedi… Non ho da rispondere a lei…
Marta prese la via precipitosamente, seguita dal Falcone.
- E’ suo marito? Senta… senta… mi perdoni…
- Vuol mettermi alla disperazione? – gli gridò Marta voltandosi e fermandosi un istante.
- Non si disperi… Sono io il disperato! Mi perdoni, abbia pietà di me… merito compassione, non disprezzo… Non sono io il mostro, il mondo è un mostro, mostro pazzo che ha fatto lei tanto bella e me così… Mi lasci gridar vendetta! Ripari lei, in odio a questo mondo pazzo! Faccia lei la mia vendetta! E’ una vendetta… E’ una vendetta…
Marta tremava tutta, di sdegno, di paura, correndo: s’era lasciata dietro il Falcone, che gridava gestendo in mezzo alla via deserta:
- Vendetta! Vendetta!
Le finestre si schiudevano, la gente usciva dalle case terrene: in breve il Falcone fu circondato.
Allo svolto della via, nella semioscurità, si trovò improvvisamente di fronte a Matteo Falcone.
- Di dove viene?
- Lei! Che vuole da me?
- Di dove viene? – ripeté il Falcone, quasi sul volto di Marta.
- Mi lasci passare! Chi le dà il diritto d’insolentire la gente per istrada? Fa la spia?
- Io la svergogno! – Ruggì tra i denti il Falcone.
- Villano! Si approfitta di una donna sola?
- Di dove viene? – Fece ancora una volta il falcone, fuori di sé dalla gelosia, tentando di ghermire un braccio di Marta.
- Mi lasci, villano! O grido!
- Gridi, lo faccia venir giù! Sono così, ma ho polsi, perdio, da storcergli il collo come a un galletto! E quel biondo mingherlino dell’altra volta?
- Si, mio marito! – Fece Marta. – Vada a trovarlo!
- Suo marito? Come! Quello è suo marito? – esclamò il Falcone, interdetto, stordito.
- Mi si tolga dai piedi… Non ho da rispondere a lei…
Marta prese la via precipitosamente, seguita dal Falcone.
- E’ suo marito? Senta… senta… mi perdoni…
- Vuol mettermi alla disperazione? – gli gridò Marta voltandosi e fermandosi un istante.
- Non si disperi… Sono io il disperato! Mi perdoni, abbia pietà di me… merito compassione, non disprezzo… Non sono io il mostro, il mondo è un mostro, mostro pazzo che ha fatto lei tanto bella e me così… Mi lasci gridar vendetta! Ripari lei, in odio a questo mondo pazzo! Faccia lei la mia vendetta! E’ una vendetta… E’ una vendetta…
Marta tremava tutta, di sdegno, di paura, correndo: s’era lasciata dietro il Falcone, che gridava gestendo in mezzo alla via deserta:
- Vendetta! Vendetta!
Le finestre si schiudevano, la gente usciva dalle case terrene: in breve il Falcone fu circondato.
Estratto da "L'esclusa" di Luigi Pirandello.
2 commenti:
Ngulo cekkè, pensavo che l'avevi scritto tu in un deliro alcolico....
mmm.....la prossima volta che bevo spengo il cellulare, allontano Piera... e mi metto al pc. Poi vediamo che ci esce!!!
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